I consigli del nostro critico letterario Gianfranco ci portano oggi a leggere un libro per lettori esperti:
Extraterrestre alla pari di Bianca Pitzorno.
Questo
libro è molto lungo e impegnativo da leggere, ma anche molto bello. Si
tratta di un extraterrestre che va sulla terra per un esperimento sugli
umani, perché volevano vedere come si viveva sulla terra. Però la specie
a cui appartiene quel alieno di nome Mo, vive nel pianeta di nome Deneb
e non si vede il proprio sesso fino a cinquanta anni, e solo se
vogliono. Sulla terra è tutta un'altra cosa: bisogna scoprire il proprio
sesso appena si nasce. Mo viene lasciato da solo dai genitori sulla
terra e ha grandi difficoltà perché nessuno sa se è maschio o se è
femmina. Prima non lo sapevano e alternavano i giorni tra maschio e
femmina. Poi pensavano che era un maschio, poi una femmina. E quindi
aveva grandi difficoltà ad abituarsi ai diversi modi di gestirsi la
vita. Nel libro, le femmine fanno tutta una vita e i maschi tutta
un'altra. I maschi stavano sempre a fare lavori tecnici come ad esempio
riparare i lavandini. Le femmine invece potevano solo cucire maglioni,
cucinare e fare lavori della casa e curare i bambini. Non potevano
guidare né fare quello che facevano i maschi. Nella realtà di oggi però
non è così. Consiglio il libro a chi davvero se la sente di leggerlo,
perché è molto lungo ma non tantissimo.
Fine della recensione
Ascolta il mio cuore di Bianca Pitzorno
La storia si tratta di 3 alunne (le protagoniste) che
cercano di vendicarsi da una maestra ingiusta, di nome Sforza. La storia inizia
quando una protagonista di nome Elisa (in quella parte della storia non si sono
ancora viste le altre 2) stava facendo le vacanze d’estate (più precisamente al
mare.). Finite le vacanze, Elisa conosce un’altra bambina di nome Prisca (la
seconda protagonista). Le due diventarono subito amiche. Ma entrambe erano
preoccupate perché c’era una nuova maestra. La nuova maestra era ingiusta
(questo ve lo ho già detto, ma fa lo stesso) ad esempio, una bambina ha
dettouna parolaccia e la maestra ha dato la colpa a un’altra bambina innocente,
dicendo che gliel'aveva insegnata lei, cosa che non era vera. La classe era
divisa in quattro gruppi: i coniglietti, le leccapiedi, le gatte morte e i maschiacchi.
La maestra Sforza preferiva le leccapiedi e aveva giurato che non faceva lezioni
private, ma in segreto faceva lezioni private a tutte le leccapiedi. Elisa ha
tre zii. Uno di nome Casimiro, uno di nome Leopoldo e il terzo non me lo
ricordo. La maestra Sforza picchiava anche le bambine e lo zio Casimiro aveva
promesso ad Elisa che se la maestra le avesse sfiorato solo un capello, sarebbe
andato a scuola e avrebbe fatto una carneficina. Rosalba, la terza
protagonista, si unisce a Elisa e a Prisca per fare che la maestra picchiasse
Elisa, dunque lo zio avrebbe fatto una carneficina. Prisca aveva una tartaruga
di nome Dinosaura. Un giorno la maestra prese a ceffoni Elisa perché avevano fatto
un piano che Prisca prestava la tartaruga a Elisa, e lei avrebbe fatto fare la
pupù alla tartaruga, proprio
sul registro di carta della maestra. Quando la maestra ha preso
Elisa a ceffoni, però, lo zio Casimiro non ha fatto
una carneficina. Non ha fatto proprio niente. Mi dispiace se vi ho svelato
qualche sorpresa, ma ce ne sono tante altre, perché questa storia è moooolto
lunga. Alla fine, però sono di nuovo in spiaggia ad aspettare di passare alle
superiori. Sono molto contente che cambieranno maestri. Questa storia mi è
piaciuta perché anche quando c’era tanta ingiustizia.
Il nostro lettore di fiducia Mister Gianfri questa settimana ci condiglia "Furbo, il Signor Volpe " del mitico scrittore Roald Dahl.
Ecco la sua recensione.
Questo libro tratta di una volpe che ruba da tre fattorie con
tre custodi cattivi. Davano sempre la caccia al Signor Volpe per
ucciderlo. Un giorno gli hanno sparato alla coda e non gli è più
ricresciuta. Però alla
fine costruiscono un villaggio dentro la collina, per proteggere tutti
gli animali dai 108 contadini che avevano armi. Quindi il signor volpe
aveva scavato un tunnel per le tre fattorie, mentre i custodi, tutti
quelli che abitavano lì erano a fare la guardia
alla tana. Prima o poi per la fame sarebbero usciti dalla tana nella
collina a cercare cibo, e loro gli avrebbero sparato. Però il signor
volpe dai tunnel cacciava nei pollai che erano rimasti senza custode, e
così dava da mangiare agli animali. Intanto, i
custodi principali stavano sempre lì ad aspettare sotto la pioggia ad
aspettare. Così il villaggio degli animali riuscì a prosperare. Questo
racconto mi è piaciuto perché mi piacciono molto le volpi. E questa
volpe anche se rubava era buona. E' bello usare
la furbizia per proteggere gli altri.
Ed ecco un altro libro che avevo consigliato e che il nsotro critico letterario Gianfranco ha letto per noi. Ecco la sua recensione.
La storia di Lavinia era moooolto divertente! Si tratta di una bambina
di circa sette anni che è una povera fiammiferaia. La storia comincia la
vigilia di Natale. Un giorno una maga è andata da Lavinia e le ha
regalato un anello magico che trasforma le cose
in cacca. All'inizio Lavinia rideva di quella maga, perché pensava che
era una signora pazza. Ma poi si accorse che non era vero, perché
l'anello funzionava! A circa metà storia, Lavinia minacciò il capo di un
albergo, di trasformare l'intero albergo in cacca!
Lo fece per farsi dare una stanza per non vivere sulla neve fredda.
Lavinia fece tante cose buone con quell'anello. Le cose che sembrano
schifose e brutte e tossiche, a volte possono fare del bene.
Gianfranco ha finito di leggere "Streghetta mia". Ecco la sua recensione:
La settimana scorsa ho finito di leggere
“streghetta mia”.
Parlava di una famiglia dove è nata l’ottava e ultima
bambina che era l’unica strega. Si chiamava Emilia.
Il figlio del re,
che si chiamava Austrabale Trinnanzi, aveva i capelli
umidicci e la muffa sui denti. Era davvero disgustoso. Per avere
l’eredità di un sacco di miliardi, aveva una scadenza per sposare una
strega. Al termine della scadenza avrebbe dovuto aprire un sacchetto con
una lettera.
A un certo punto trova Emilia senza
sapere che era una strega, perché la cuffietta le copriva i capelli
rossicci. Alla fine, non ci riesce a sposare una strega per colpa di un
topo di biblioteca che aveva rosicchiato parte delle indicazioni per
riconoscere le streghe.
Questa storia mi è piaciuta
perché era bella. Insegna che non c’è giustizia per i topi di
biblioteca: il topo avrebbe dovuto essere premiato per aver rosicchiato
parte dei dati, contribuendo a fermare
Austrabale Trinnanzi. Insegna
anche che senza avere tutte le informazioni non si possono
raggiungere gli obiettivi.
Gianfranco